Un Ballo in Maschera
III° parte - fine
 
 
 
<<Nonna, che sta succedendo?? C'è un subbuglio generale, non si capisce più niente!!>>
<<Zitto Andrè! Questo è un giorno memorabile, oh Dio sia lodato!! I miei sogni sono finalmente divenuti realtà!>>
la nonna era incontenibile. Stava correndo da una parte all'altra della casa con in mano nastri, fermagli, pizzi e crinoline.
<<La Contessa deve uscire?>> Andrè sera sempre più perplesso.
<<No Andrè, è Madamigella Oscar che deve uscire!>>
<<Allora prendile la giubba, che ci fai con in mano quei fronzoli…>>
<<Oh insomma zitto!>> lo interruppe la governante.
<<Oscar mi ha appena chiesto di indossare un abito femminile questa sera!!!>>
A quelle parole Andrè rimase come inebetito "Oscar, che mi combini?? Ma sei pazza?? Ti potrebbero riconoscere! E tuo padre! Chi lo sente tuo padre!"
Mille pensieri e domande gli affollavano la testa ma uno su tutti "Perché?"
O meglio "Per chi lo fai!" Ma intanto la risposta gli veniva spontaneamente alla bocca: il Conte di Fersen. "Oscar, vuoi veramente che lui ti dica che non rinuncerà mai all'amore che ha per la regina? Neppure per te Oscar?"
Era accecato dalla gelosia e lo sapeva. Non poteva permettere che la sua Oscar si umiliasse fino a quel punto. Non sopportava di correre il rischio di…perderla!
Doveva fare qualcosa, doveva impedirle soprattutto di fare sciocchezze. Se ne sarebbe pentita. Improvvisamente si rese conto che la finta di mandare a dire a Madame Elizabeth che non si sarebbe potuta presentare, era solo una scusa per entrare alla festa in incognito, lontana da sguardi indiscreti. Voleva provare qualcosa a se stessa e a Fersen, e l'occasione del ballo in maschera era quella migliore.
<<Nonna, dì a Antoine di accompagnare lui Oscar da Madame Elizabeth, io devo fare una cosa>>, gridò a Nanny e scomparve fuori dalla porta.
<<Andrè, Andrè!! Torna qui!!! Quel ragazzo! Mi farà impazzire….oddio, dov'è la collana…ah eccola…>>
la nonna non aveva occhi che per la sua creatura quella sera, che finalmente avrebbe fatto il suo ingresso in società, come Dio comandava!

***
Quando Oscar si fece annunciare alla padrona di casa dal cerimoniere, sapeva di aver già tutti gli occhi puntati su di lei. Per fortuna era una festa in maschera e nessuno l'avrebbe riconosciuta.
<<La Contessa…ehm….come vi chiamate Mademoiselle?>>
<<Gabrielle de Jarjayes>>, rispose senza pensarci troppo.
<<La Contessa Gabrielle de Jarjayes!>>
Al pronunciare del suo nome, tutti si voltarono.
Oscar entrò nel salone, stando ben attenta a non incespicare nella gonna lunga.
<<Oh contessa!! - cinguettò Madame Elizabeth - mi è stato riferito che voi siete una cugina del nostro capitano Oscar!, le assomigliate parecchio sapete!"
Oscar fece un breve cenno del capo, temendo che, se avesse risposto,  il suo naturale timbro di voce l'avrebbe tradita.
Con lo sguardo però cercava una persona. La trovò. Vide che questa persona la fissava a sua volta e, con passo veloce, si dirigeva verso di lei.
Fersen si presentò e la invitò a danzare.
I presenti lasciarono che questa inattuale coppia aprisse le danze, senza invadere il salone.
<<E così siete la cugina di Oscar de Jarjayes…>>
<<Si>>, rispose lei, cercando di mascherare il suo normale tono di voce.
Fersen sembrava divertito e rapito allo stesso tempo.
Ballarono molto quella sera e Oscar si ritrovò a ringraziare la vecchia governante per i suoi rudimentali e alquanto goffi tentativi che aveva fatto per insegnarle a danzare come una donna, quando lei era ancora una bambina.
Guardando gli occhi di Fersen, dietro la maschera, le sembrava che avesse scordato per un secondo la sua storia con la regina Maria Antonietta e, solo per quella sera, non avesse occhi che per lei.
Si ritrovarono nel parco del palazzo.
L'aria fresca della sera ridonava ad Oscar un poco di fiato.
Improvvisamente lui la bloccò:
<<Non potete nascondervi dietro quella maschera per tutta la sera, Madamigella Oscar>>
e , senza esitare, le tolse la maschera. L'unica protezione che aveva contro il mondo.
Lui l'osservava molto intensamente, con uno strano sorriso sulle labbra.
Le si infiammarono le guance e le sembrò di essere la più stupida delle donne. Come aveva potuto pensare passarla liscia per tutta la sera. Qualcosa doveva averla tradita. Forse il suo tono di voce oppure…Si voltò dall'altra parte, era come se l'avessero spogliata e che ora si ritrovava nuda, davanti al nemico.
<<Vi ho riconosciuta subito, il vostro charme è unico Oscar, non potete passare inosservata, neppure con una maschera sul volto>>.
<<Allora perché, Fersen perché mi avete invitato a ballare?>>
<<Perché siete bella Oscar, siete una delle donne più belle che abbia mai conosciuto…>>,
il suo sguardo ora era una piuma che le accarezzava il volto.
<<Fersen, io…forse penserete che sono una stupida…>>
<<No, non lo penso, né l'ho mai pensato. Mi chiedo solo perché avete atteso così tanto per…>>
<<Per cosa? - lo interruppe - per umiliarmi davanti ai vostri occhi??>>
<<E perché Oscar? Pensate che se una donna rivela i propri sentimenti si umilia? Io so Oscar, so cosa provate per me, da molto tempo. E se solo ci fossimo conosciuti prima forse…io non vi ho mai considerata una donna di cui potermi innamorare, vi ho sempre guardato in un altro modo Oscar, solo ora mi accorgo di quanto voi siete..Oddio! Io amo la regina, con tutto il mio cuore...ma voi Oscar...voi mi confondete...>>
<<Basta Fersen! Non vi permetto di continuare! Sono da biasimare per il mio comportamento, non avrei mai dovuto venire qui questa sera e non avrei mai dovuto lasciare che tutto ciò accadesse. Lo so cosa provate per me e so cosa vi lega a sua Maestà>>
<<Oscar, …voi….voi siete bellissima…così bella che io….si..forse riuscirei a dimenticare il mio amore  per un attimo, un istante….io…Dio del cielo! Ma che sto dicendo! Voi mi confondete! I vostri occhi mi confondono, le vostre labbra, i vostri capelli…Oscar!>>
Così dicendo, dolcemente le prese il viso tra le mani e la baciò.
Un bacio dolce, delicato che via via si faceva più profondo e coinvolgente.
Oscar si sentiva leggera e man mano che il bacio si faceva più profondo, le sensazioni che provava, cambiavano istante dopo istante.
Ora Fersen lentamente, l'accarezzava la schiena, il collo, il volto, le sfiorava le labbra con le sue, con le dita ed era una sensazione bellissima….
Quante volte aveva sognato questo momento? Tante, tantissime volte…ma qualcosa era diverso, non era come l'aveva sempre desiderato.
Oscar si accorse che con la mente stava tornando al sogno che aveva fatto quel pomeriggio. Il volto di Andrè le si parò davanti…il calore di quelle labbra…sentiva che non era la stessa sensazione di piacevole sorpresa che aveva provato…eppure lì con lei c'era Fersen l'uomo di cui era innamorata, l'uomo che da sempre aveva sognato. E allora,? Cos'era quella sensazione di…sbagliato?
<<Oscar…Oscar…che mi sta succedendo…è colpa vostra Oscar! E' colpa vostra se io ora…>>. Fersen era totalmente rapito, la baciava con un ardore profondo.
Oscar percepita il desiderio fisico che lui aveva di lei, ma non c'era amore.
E lei? Lo desiderava anche lei? Perché ora si poneva quelle domande, non poteva lasciarsi coinvolgere da quel momento, senza pensare al dopo? No, impossibile, qualcosa, qualcuno la chiamava. Andrè! Andrè la chiamava.
<<Andrè…Andrè…>>
Quelle due semplici parole ebbero il potere di bloccare l'uomo che in quel momento la stava tenendo fra le braccia.
Si staccò da lei. <<Che…che avete detto Oscar?..Andrè…>>
<<Andrè..>> ripetè lei, come rapita. Quelle labbra, non erano le labbra che aveva sentito sulla sua bocca quel pomeriggio, quel calore, non era il calore che l'aveva riportata alla realtà
Fersen si ricompose.
<<Ho capito. Andate Oscar, andate e siate felice, noi non avremmo potuto in nessun modo esserlo…Questo breve intermezzo resterà racchiuso in noi per sempre ma non avrà mai un seguito. Resterete però sempre il mio miglior amico, ricordatelo.>>
Oscar capì, capì che tutto quello che aveva provato per Fersen era solo una illusione, una voglia d'amare e basta.
<<Fersen io…si, è meglio così. Anche voi, anche voi resterete uno degli amici più cari che ho mai avuto. Addio>>
Così dicendo se ne andò. Senza voltarsi. Lui sarebbe partito l'indomani mattina per l'America e lei avrebbe ripreso la sua vita di ogni giorno, con Andrè.
Mentre si avviava alla carrozza che l'aspettava sul selciato del palazzo, ripensava alla sua sensazione di poco prima: era fra le braccia dell'uomo di cui si credeva innamorata ma..pensava ad un altro.
<<Andiamo Antoine, torniamo a casa>>
<<Subito, Madamigella Oscar, spero che la serata sia stata di vostro gradimento>>
 Alzò la testa, riconoscendo il tono della voce. Andrè.
<<Andrè, mi sei venuto a prendere? E Antoine?>>
<<L'ho mandato a casa col mio cavallo. E' compito mio scortarti e me ne rammarico per non averlo fatto anche prima. Oscar, io non posso abbandonarti, cosa mi combineresti se ti lasciassi sono per un attimo?>> le disse, mentre le apriva lo sportello.
Oscar sorrise, <<Già, cosa ti potrei combinare, Andrè?>>
"Forse mi potrei accorgere che mi sei entrato nel cuore?" pensò
<<Tutto bene Oscar, ci sono problemi?>> Le chiese lui dopo un po’. Era insolitamente silenziosa.
<<No, stavo solo pensando a Fersen>>
<<Ah>> Andrè sospirò, quando è che sarebbe finita!
<<Domani partirà per l'America lo sai?>>
<<No, non lo sapevo, fugge dai suoi sentimenti allora. Non mi pare una bella idea, non bisognerebbe mai sfuggire davanti ai propri sentimenti…>> disse e proseguì sottovoce "altrimenti io sarei fuggito da te moltissimo tempo fa, Oscar" -
<<Andrai a salutarlo domani?>>
<<No, Gli ho già detto addio Andrè. Spero non gli accada nulla di male e che torni…dalla donna che ama, la regina Maria Antonietta.>>
Questa frase diede ad Andrè la prova che Oscar si era finalmente liberata di quel sentimento che le opprimeva il cuore. E ne fu felice.
<<Sai Oscar, per un momento avevo pensato di partire anche io per l'America>>
<<Cosa??>>
<<Ma poi ho pensato, che avresti fatto senza di me? Ti saresti cacciata nei guai, e così ci ho rinunciato>>
Sorrise.
<<Te l'avrei impedito Andrè>>.
"Tu non dovrai mai lasciarmi, Ho troppo bisogno di te" ma questo non glielo disse.
Si assopì e finalmente si rese conto che la felicità che aveva a lungo cercato non era poi così tanto distante.
Ma doveva ancora maturare per essere degna di lui. E lui l'avrebbe sicuramente aspettata perché intanto, non sarebbe partito per l'America….

Fine

                                                                                                                                        Alex
 

 

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